Karnyx: la tromba celtica torna a suonare.
Inter/azioni culturali degli antichi e dei moderni.
Programma
- Presentazione (S. Marchesini, fondatore e coordinatore scientifico di Alteritas)
- Considerazioni sulla cultura poetica indoeuropea (S. Marchesini – fondatore e coordinatore scientifico di Alteritas)
- La riscoperta del karnyxdi Sanzeno (R. Roncador – collaboratrice Ufficio Beni Archeologici di Trento)
- “Progetto karnyx” (P. Bellintani– Ufficio Beni Archeologici di Trento)
- “Parole e suono”. Esecuzione di alcuni brani con il karnyx(I. Ascari – Conservatorio F. Bonporti di Trento).
Lo strumento musicale celtico scoperto in Trentino (nel territorio degli antichi “Reti”) offre ad Alteritas lo spunto per aprire un momento di riflessione culturale sul tema dell’interazione, suo tema prediletto. In primo luogo si parlerà di interazione tra i popoli antichi – Celti e Reti –, poi tra studiosi moderni – gli italiani e i francesi coinvolti nel “progetto karnyx” – e infine tra discipline: archeologia, chimica, musica, e linguistica dialogheranno attorno ad uno strumento musicale di bronzo ricostruito, antico due millenni, presentato e suonato durante l’incontro veronese.
I Celti, noti nell’Antichità per essere dei formidabili guerrieri, adottarono tecniche di combattimento inusuali e pittoresche: tra queste anche l’uso di speciali trombe, dette karnykes, che terminavano in una testa d’animale. I suoni emessi da tali strumenti erano accompagnati, come riportato dallo storico greco Polibio, dalle grida dei guerrieri e dal rumore dei carri da guerra creando così un’atmosfera terrificante che diventava una vera e propria arma psicologica.
Le testimonianze archeologiche relative a tali strumenti “musicali” sono molto rare: allo stato attuale delle ricerche sono noti circa una ventina di karnykes, per lo più in stato frammentario, rinvenuti in Francia, in Svizzera, in Germania, in Romania ed in Italia.
In Italia il rinvenimento più simile a quelli Europei proviene da Sanzeno in Val di Non (TN): durante gli scavi degli anni Cinquanta la Prof.ssa Giula Fogolari rinvenne dei tubi ed una “foglia” in lamina di bronzo la cui funzione è rimasta sconosciuta per quasi sessant’anni. Di recente grazie alla scoperta avvenuta nel sito di Tintignac (Corrèze, Francia) si è finalmente compreso a cosa potessero servire tali oggetti che non sono altro che parti di una tromba da guerra: un karnyx. La presenza di un reperto di questo tipo in ambito alpino ci rimanda alle complesse relazioni tra Reti e Celti, recentemente ristudiate sotto una nuova luce. Il karnyx diventa così una testimonianza di particolare rilievo nell’ambito delle indagini su questo tema, ponendosi all’interno di un più ampio studio sugli oggetti tipo LeTène nell’arco alpino centro-orientale.
Per capire meglio uso e finalità di questo strumento sono nati in modo autonomo in Francia e in Italia due gruppi che si occupano dello studio di trombe celtiche e che hanno analoghi obiettivi: realizzare una copia funzionante dello strumento e sperimentarne sonorità e modalità d’uso. In altri termini: che suoni producevano? Come venivano suonate? E dove? In battaglia, per produrre il famoso tumultus gallicus? O erano piuttosto oggetti da cerimonia, come suggeriscono i contesti (essenzialmente cultuali) in cui sono stati fino ad oggi rinvenuti?
ENTI DI RICERCA COINVOLTI
Il gruppo di ricerca di Sanzeno è formato da:
Paolo Bellintani, Rosta Roncador, Elena Silvestri (archeologi – Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici di Trento), Roberto Melini, Ivano Ascari (musicisti, Conservatorio F. Bonporti di Trento), Benoit Mille (archeometallurgista – Centre de Recherche et Restauratione des Musees de France) Paolo Piccardo (archeometallurgista – Università di Genova) e Alessandro Ervas (artigiano specializzato – Fucina Ervas).
Gruppo del karnyx di Tintignac:
Coordinatore Christophe Maniquet (INRAP), restauratrici Barbara Armbrüster e Monique Drieux (Laboratorio Materia Viva di Tolosa), archeometallurgo Michel Pernot (Institut de Recherche sur les Archéomatériaux – Bordeaux), artigiano specializzato Jacque Boisserie e da Alain Brette, sindaco di Naves (comune in cui si trova il sito archeologico des Arènes di Tintignac).